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La tecnologia non deve far paura

Feb 26, 2021 | File XML, ime import

“La tecnologia non deve far paura, perché è fondamentale per aiutarci a svolgere compiti che richiederebbero ben altri sforzi da parte nostra.”

 

Di questi tempi è difficile non pronunciare vocaboli che fino a 20 anni fa probabilmente nemmeno la Treccani li avrebbe mai annoverati nei suoi mitici dizionari enciclopedici…del resto anche la stessa Treccani ha declinato buona parte della propria produzione al formato digitale.

Non solo il termine “digitale” ha ormai conquistato un posto d’onore nella nostra vita quotidiana, ma si sono affiancati una pletora di altri vocaboli che per la maggior parte attingono dalla cultura anglosassone, foriera di acronimi informatici di ogni sorta: social, blockchain, follower, cybercriminal, ransomware…potremmo riempire l’intero magazine con questi termini.

Siamo invasi dalla tecnologia, al lavoro come a casa e se per solo pochi minuti ce la togliessero, nostro malgrado ci sentiremmo come dei cavernicoli o quasi. La tecnologia non deve far paura, perché è fondamentale per aiutarci a svolgere compiti che richiederebbero ben altri sforzi da parte nostra. Ciò che invece deve renderci particolarmente attenti e sensibili è la modalità con cui viene utilizzata. Ed è qui che entra in gioco il fattore umano. Pensiamo solamente a quanto accaduto a diversi enti messi in ginocchio da un attacco ransomware. Attacchi basati quasi sempre su un semplice mail camuffato egregiamente che induce ad aprire un allegato ritenuto attendibile: a nostra insaputa il computer effettuerà un download di un piccolo programmino che cripterà ogni file ed il cybercriminal successivamente chiederà quindi una somma di denaro variabile quale riscatto; da qui il termine “ransom” in lingua anglosassone. Denaro virtuale chiaramente, parliamo di Bitcoin e quindi transazioni in anonimato. Questo è solo un esempio, ma se ne potrebbero fare molti altri, dove è in ogni caso palese che le possibili conseguenze negative sono dettate da una scelta, se non sbagliata, comunque poco accorta. Se analizziamo quanto accaduto, è facile comprendere quanto il fattore umano sia imprescindibile.

Digitalizzare è un termine oramai utilizzato in tutte le salse, tradotto forse anche troppo semplicisticamente in “convertire il cartaceo in un documento elettronico”, per lo più in formato PDF, mantenendo le caratteristiche di immutabilità conservativa ed anche dotandolo di una firma elettronica. Anche un semplice processo di scansione documentale dovrà tenere conto del fattore umano. Premere un tasto sbagliato su una multifunzione o su uno scanner destinerà le nostre scansioni verso processi diversi e conseguentemente ad una digitalizzazione ed archiviazione errata, con il possibile rischio che documenti sensibili vengano visualizzati da chi non ha l’autorizzazione a farlo.

Noi dobbiamo investire sul fattore umano, investire in termini di formazione continua, investire in termini di sensibilizzazione all’utilizzo della tecnologia. Significa non farsi trovare impreparati alle nuove sfide dell’era digitale che, volenti o nolenti, ci sta accompagnando e ci accompagnerà per i prossimi decenni.

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